L'Aikido in Italia
La preistoria dell'Aikido italiano risale agli inizi degli
anni '60 per l'interessamento di alcuni pionieri già inseriti nell'ambiente del
judo i quali si cimentarono per primi all'allora sconosciuta arte marziale.
La storia nasce invece nel settembre 1964 con l'arrivo del
Maestro Hiroshi Tada (9° Dan) il quale, superando ostacoli di ogni genere e
percorrendo in lungo e in largo la penisola, fu l'artefice dello sviluppo
dell'Aikido nel nostro Paese.
Ad affiancarlo nel suo ineguagliabile insegnamento vennero
invitati, in qualità di assistenti e in periodo diversi, i Maestri Toshio
Nemoto a Torino, Masatomi Ikeda a Napoli, Kano Yamanaka a Firenze e Jun Nomoto
a Genova e Firenze.
Intorno al 1970, prima di rientrare in Giappone, il Maestro
Tada diede vita all'Associazione di Cultura Tradizionale Giapponese e alla sua
sezione Aikikai d'Italia con sede centrale a Roma - che inizialmente si
fregiava anche della denominazione Accademia Nazionale Italiana di Aikido - ai
cui organismi dirigenti fu demandato il compito di curare lo sviluppo e la
diffusione dell'Aikido.
Nello stesso periodo, avvertendosi l'esigenza di qualificati
insegnanti giapponesi in grado di continuare l'opera del Maestro Tada, l'Hombu
Dojo inviò in Italia nel '71 il Maestro Yoji Fujimoto, che si stabilì a Milano
per prendersi cura dell'Italia centro-settentrionale e, nel '74, il Maestro
Hideki Hosokawa che risiedette dapprima a Roma poi a Cagliari, con analogo
compito per l'Italia meridionale e insulare.
Da allora l'Aikikai Italia è diventata una realtà ben
radicata e apprezzata su tutto il territorio nazionale.
Insignita nel 1976 della qualifica di Ente Morale in
riconoscimento dei valori educativi e morali di cui è portatrice.
L'Aikikai d'Italia pubblica da anni una rivista semestrale e
organizza annualmente decine di stage nazionali e internazionali di
approfondimento tecnico, tenuti dai più qualificati Maestri giapponesi
residenti in Italia e in Europa o provenienti appositamente dall'Hombu Dojo di
Tokjo.